Alzi la mano chi si aspettava che i 35 milioni (!) in se bastassero per giustificare ciò che un gran colpo non è. L’assenso sarebbe quasi unanime e non serviva forse nemmeno una laurea in economia dello sport per capirlo. Perché se c’è una certezza, a oggi, è che Lorenzo Lucca, per cifre e conseguenti oltre che inevitabili aspettative, non è stato esattamente il miglior colpo dell’era De Laurentiis.
Lo avrà pensato sicuramente lo stesso patron, apparso sconcertato davanti al tentativo, ennesimo e maldestro, da parte dell’ex Udinese di dimostrare di valere ogni centesimo dei 35 milioni (9 per il prestito più altri 26 per il riscatto, per essere pignoli). Penserà lo stesso Antonio Conte che, magari non sarà addirittura pentito di essersi speso in prima persona per il numero 27, certamente non si aspettava della materia prima così grezza.
Un conto, però, sono i bilanci e le calcolatrici; un altro, decisamente, le questioni di campo. Perché ci si sofferma esclusivamente sul prato verde, Lucca era-è-resta un attaccante dalle qualità indiscutibili. Non da far impallidire Haaland e Lewandowski, sia chiaro, ma nemmeno da giustificare ciò che è stato inscenato sugli spalti del Maradona.

Napoli, la condanna per direttissima a Lucca non fa bene a nessuno
Evidentemente, una schiera di ragionieri di alta finanza avrà improvvisamente invaso il Maradona. Tutti con quei 35 milioni negli occhi messi sul piatto per un colpo che non sta rendendo l’investimento (e ADL che dovrebbe fare?). Tutti pronti a bersagliare un calciatore in evidente difficoltà, tanto da sembrare addirittura inadatto – un purpo, direbbero in riva a Partenope.
Eppure, il campanello d’allarme Ajax – primo grande banco di prova della sua carriera – sembra essere stato ignorato da tutti. Nessuno disposto a scindere la complessità di un’operazione dalle difficoltà di un ambientamento apparso non facile ancor prima di iniziare, considerato pure il precedente.
Sugli spalti di Fuorigrotta – che rappresentano un campione sovrapponibile su scala generale del tifo in toto -, la sensazione è che le dinamiche di calcio siano passate in secondo piano. Come se fosse dovuto il passaggio da piazza affamata a piazza affermata – forse nemmeno a Madrid arriverebbero a questo.
L’esercito del selfie (di chi si abbronza con l’iPhone… na-na-nà) sembra correre fin troppo veloce per una piazza che ha dimenticato lo scandire chiaro e cubitale dei cori. Anche di qualche proprio calciatore che non è nel suo momento migliore.
Da una parte la vertigine di volare alto di Lucca; dall’altra, i napoLeoni da tastiera pronti a condannare per direttissima, senza possibilità di replica o sostegno. Questo il riassunto di un colpo che ora non convince davvero nessuno. Ma non per questo (solo?) senza margine di smentita.





