Sorrento calcio: l’ospite in casa

Stadio Italia Sorrento

Tra i posti più belli e visitati della Campania, e non sarebbe un sacrilegio dire del mondo, la squadra cittadina del Sorrento vive una storia paradossale: non gioca in città le sue partite casalinghe. Da quattro stagioni sportive — sebbene in misura crescente nell’ultimo triennio — il Sorrento Calcio è protagonista non solo sul campo, di un’emergenza strutturale che va ben oltre il risultato sportivo. I rossoneri sono costretti a trovare ospitalità per le gare interne fuori regione, a oltre 150 km dalla propria sede, in attesa che il proprio impianto, il “Campo Italia”, venga finalmente adeguato.

Il paradosso dell’“ospite in casa”

La costiera sorrentina ha accolto la promozione della società nella Serie C nel maggio 2023 con entusiasmo, ma quella gioia è stata subito mitigata dalla scoperta che l’impianto cittadino non risponde più ai requisiti della lega professionistica.
Così, per almeno tre stagioni consecutive (2023/24, 2024/25, 2025/26) il club ha chiesto, ed ottenuto, di utilizzare lo stadio Viviani di Potenza per le partite “in casa”, ma questo stratagemma, costa alla società un esborso di circa 10.000 € a partita, che si aggiunge al disagio crescente per squadra stessa e tifosi.

I numeri della ristrutturazione in stallo

Il Comune di Sorrento aveva stanziato un mutuo di circa 7 milioni di euro per adeguare lo stadio “Campo Italia” ai criteri della Lega Pro con un impianto da circa 3.300 posti. Lo Stadio, che d’altronde si trova in una posizione paesaggistica straordinaria, ha defezioni sia per quanto concerne le misure del campo da gioco e sia per le tribune, e su questo punto nessun dubbio sulla necessità di adeguare agli standard previsti.
Tuttavia, la partita è bloccata: l’ANAC ha rilevato violazioni nell’affidamento degli incarichi per i lavori, evocando il “frazionamento artificioso dell’appalto”.
Un dirigente del club ha dichiarato recentemente: «I lavori al Campo Italia sono iniziati a maggio, ma si sono interrotti poco dopo per l’arresto del sindaco … Non conosciamo i tempi, c’è molta incertezza».

L’impatto sulla squadra, sui tifosi, sulla città

Giocare “in casa” a 150 km di distanza significa viaggi frequenti, ridotta affluenza di pubblico locale, un notevole onere economico per la società — e, non meno importante, un forte allontanamento emotivo nei confronti della comunità. In una località turistica come Sorrento, perdere il rituale della domenica al campo è un danno anche per l’indotto economico del territorio.
I tifosi non ci stanno: ad ottobre scorso è andata in scena una manifestazione sotto lo slogan “Il Sorrento a Sorrento”, nella quale i sostenitori hanno chiesto con forza che si torni a giocare nella propria città.

Le responsabilità e l’appello finale

Non è più una questione semplicemente sportiva: è una questione di identità, di diritti territoriali, di rispetto verso una storia e una comunità. Le istituzioni (Comune, Regione, Lega) e il club stesso hanno una responsabilità che non può essere rinviata. Il Sorrento Calcio merita chiarezza sui tempi. Quando iniziano i lavori, quando saranno conclusi, quando la squadra potrà finalmente tornare a casa. Tre anni di esilio sono troppi. È quanto meno auspicabile, che con le prossime elezioni del presidente della Regione Campania, uno dei temi all’ordine del giorno potrebbe proprio questo. Lo sperano i tifosi e la città tutta.

Stadio Italia Sorrento
(Foto: ilmeridianosport.it)
Stadio Italia Sorrento
(Foto: ilmeridianosport.it)