Lo scandalo dei biglietti “flessibili” per il Mondiale esplode definitivamente sulla stampa inglese. Dopo mesi di polemiche sotterranee, oggi Guardian, Telegraph, Times e gli altri principali quotidiani del Regno Unito aprono con un attacco diretto alla FIFA e alla sua politica dei prezzi dinamici. Un tifoso dell’Inghilterra, secondo le stime del Times, dovrà spendere almeno 3.129 sterline per seguire la propria nazionale fino alla finale. Una cifra definita “la prova definitiva del totale disprezzo della FIFA per i tifosi”.
La politica dei prezzi, che dovrebbe reagire alla domanda, viene descritta dai media britannici come “un ricatto emotivo”: i costi non oscillano, ma esplodono quando aumenta la disperazione di chi vuole esserci. Il biglietto più economico per la finale costerà circa sei volte più rispetto all’ultimo Mondiale in Qatar, mentre sui siti ufficiali di rivendita si trovano tagliandi originariamente da 60 dollari venduti fino a 560. Un bagarinaggio istituzionalizzato, perché i prezzi e i profitti sono stabiliti e incassati direttamente dalla FIFA.
Per molti commentatori inglesi questa strategia trasforma la competizione in un evento “riservato ai ricchi”, cancellando l’idea che il calcio debba essere uno sport popolare. Secondo il Guardian, la FIFA “è un’autocrazia” che può ignorare fair play, integrità sportiva e interventi esterni grazie a una struttura decisionale quasi inattaccabile. Ogni federazione ha un voto: Curaçao pesa quanto la Spagna, la Bosnia quanto il Brasile. E i finanziamenti elargiti ai Paesi più piccoli garantiscono spesso appoggio allo status quo.
Negli Stati Uniti, dove il pubblico è abituato a pagare cifre alte per gli eventi sportivi, gli stadi si riempiranno comunque. Ma molti tifosi europei e sudamericani rinunceranno: semplicemente troppo caro. E la FIFA? Può “farla franca”, scrivono i media inglesi, perché non esistono strumenti di pressione reali: “Se vuoi venire, paghi. Se non vieni tu, verrà qualcun altro”.





