Il passaggio dal Napoli all’Atletico Madrid ha rappresentato una delle svolte più inattese della carriera di Jack Raspadori. Un cambio di vita, di calcio e di mentalità che il giocatore ha raccontato con sincerità, ripercorrendo mesi intensi in cui ha sfiorato più volte l’addio all’Italia. E, soprattutto, ha svelato il ruolo decisivo di Roberto De Zerbi nel suo percorso.
L’interesse del Marsiglia e il rapporto speciale con De Zerbi
A gennaio era arrivata la prima scintilla: “C’era stato un interessamento perché a Napoli giocavo poco, ma niente di concreto”. A bussare con più insistenza era stato il Marsiglia di Roberto De Zerbi, sia in inverno sia in estate. Un pressing vero, convincente, che però non si è trasformato in trasferimento. Eppure, il legame con il tecnico bresciano resta fortissimo: “De Zerbi è stato determinante per me, fin da quando ero nella Primavera del Sassuolo. Lo considero un padre calcistico”. Una dichiarazione che conferma quanto l’allenatore abbia inciso sulla sua crescita tattica e caratteriale.
Conte e Simeone: due allenatori “tosti” ma fondamentali
Il giocatore ha tracciato anche un confronto tra due tecnici di altissimo livello con cui ha lavorato: Antonio Conte e Diego Simeone. “Sono tosti ed esigenti. Con Conte si lavora più su tattica e volume, qui c’è più intensità e tanti esercizi con la palla. Entrambi parlano chiaro, ti dicono le cose in faccia: ed è fondamentale”. Sulla domanda più curiosa, quella riguardo a chi si infuria di più tra i due, ha risposto con ironia: “È una bella lotta… tra un po’ di tempo ve lo dico chi è peggio”.
La scelta di restare al Napoli fino a giugno
Quando l’addio sembrava vicino, la decisione di rimanere fino al termine della stagione ha fatto discutere. Ma oggi non ha dubbi: “Ho fatto bene a restare. Conte mi aveva detto che col tempo sarei diventato importante, e così è stato. Certo, ho sfruttato anche l’infortunio di qualche compagno, ma rivincere lo scudetto è stato incredibile”.
Una stagione chiusa col tricolore, che ha rafforzato il suo legame con la città.
Il sogno Atletico Madrid diventato realtà
Poi è arrivata l’offerta dell’Atletico, quella che ha cambiato tutto: “Mai avrei immaginato di indossare una maglia così importante. È stato un salto enorme nella mia carriera. In Spagna ha trovato un ambiente nuovo, competitivo e un tecnico come Simeone che, per intensità e mentalità, sembra cucito su di lui.
“A Napoli non ho tenuto casa”: la verità
Smentita anche una voce che circolava da tempo: “A Napoli ero in affitto, non ho tenuto casa. Ma quella città resterà per sempre nel mio cuore. Non solo per gli scudetti o per le persone. Lì abbiamo costruito la nostra famiglia”. Un legame profondo, che vive ancora oggi, nonostante la figlia abbia iniziato a pronunciare le prime parole… in spagnolo: “Ci fa un po’ strano, ma ci stiamo abituando”.
Dal Napoli all’Atletico, passando per la guida di De Zerbi, Conte e Simeone: il suo percorso è un viaggio di crescita, sacrificio e nuove sfide. Oggi veste una delle maglie più prestigiose d’Europa, ma il cuore rimane diviso tra Italia e Spagna, tra i ricordi del Maradona e le notti del Wanda Metropolitano.
(Foto: sscnapoli.it





