L’Arabia Saudita sta vivendo una trasformazione senza precedenti nel mondo arabo, dove politica, economia e cultura si intrecciano con ambizioni sportive di portata globale. Il principe ereditario Mohammed bin Salman ha centralizzato il potere, ridisegnando le regole sociali e culturali e riducendo il ruolo dei tradizionali chierici wahhabiti, mentre le donne godono di nuove libertà senza precedenti nella storia recente del Regno.
In questo contesto, lo sport diventa un veicolo strategico: dal tennis alla Formula 1, fino ai Mondiali del 2034, Riyadh investe ingenti risorse per rafforzare la propria influenza internazionale. Il calcio, in particolare, riveste un ruolo simbolico: la storica vittoria contro l’Argentina ai Mondiali del 2022 ha trasformato Salem al-Dawsari in un eroe nazionale, mentre il Paese consolida una tradizione calcistica già consolidata.
Molti osservatori occidentali parlano di sportswashing, considerando gli investimenti sportivi come un modo per distogliere l’attenzione da violazioni dei diritti umani e da episodi controversi come l’omicidio di Jamal Khashoggi. Ma, secondo gli esperti, questa visione è parziale: per i sauditi, la strategia sportiva è parte di un progetto di riforma e diversificazione economica. L’obiettivo dichiarato è ridurre la dipendenza dal petrolio, creando un settore dell’intrattenimento e dello sport competitivo a livello globale, anche se al momento i ritorni economici reali restano limitati.
Dietro l’apparente spettacolo, dunque, si cela una doppia dinamica: riforme sociali interne che ridefiniscono la vita quotidiana dei cittadini e proiezione internazionale che rafforza l’immagine e l’influenza politica del Regno. Lo sport è al centro di questo equilibrio, un catalizzatore di prestigio, sviluppo economico e soft power, ma anche una lente attraverso cui osservare la complessità dei cambiamenti sauditi, tra autoritarismo, innovazione e ambizioni globali.
L’Arabia Saudita, insomma, non è solo un Paese che compra eventi e stelle dello sport: è un laboratorio politico, sociale ed economico, dove ogni vittoria sul campo ha anche un peso simbolico e strategico.





