Tensione alle stelle alla Unipol Domus, dove Cagliari-Roma ha rischiato di trasformarsi in un caso giudiziario sportivo. L’episodio che sta infiammando il dibattito arriva al 78’: dopo il contatto in area tra Ghilardi e Palestra, Michael Folorunsho perde la calma e si scaglia contro Mario Hermoso con frasi pesantissime. La regia indugia sul suo volto proprio mentre pronuncia insulti diretti alla madre del difensore giallorosso. Le immagini fanno il giro dei social in pochi minuti.
A fine gara il centrocampista rossoblù prova a spegnere l’incendio con un messaggio di scuse: “Ho rivisto le immagini, chiedo perdono a chiunque si sia sentito offeso”. Ma il caso è ormai aperto, e gli interrogativi sulla possibile squalifica avanzano.
Il nodo è l’articolo 61 del Codice di Giustizia Sportiva, che permette alla Procura Federale di intervenire tramite prova TV solo in presenza di condotte violente, gesti gravemente antisportivi o espressioni blasfeme. Insulti all’avversario – anche se volgari o osceni – non hanno mai portato a squalifiche in Serie A. E proprio per questo, secondo prime valutazioni interne, la strada di una sanzione appare complicata. La Procura avrebbe già visionato le immagini, arrivando alla conclusione che non ci siano gli estremi per aprire un caso disciplinare.
Ma la gara non si è fermata lì. Nei minuti finali, dopo un contrasto duro tra Mancini e Folorunsho, lo scontro tra Roma e Cagliari è degenerato: Folorunsho resta a terra, i compagni continuano l’azione, Palestra prova a mettere fuori il pallone, ma Hermoso riparte in contropiede scatenando una maxi-mischia con panchine in campo e accuse di antisportività.
Una partita trasformata in una polveriera, che ora lascia in eredità un interrogativo: Folorunsho verrà davvero punito per quelle parole o finirà tutto in un nulla di fatto?
(Foto: screnshoot DAZN)





