Il Napoli vince la semifinale di Supercoppa Italiana e si accomoda in finale in attesa della vincente tra Bologna ed Inter dell’altra semifinale. Rivincita presa dopo il match di campionato perso al San Siro per 2 ad 1. Era il 28 Settembre quando gli azzurri cadevano sotto i colpi di Saelemaekers e Pulisic , inutile fu il rigore di Kevin De Bruyne. In questi tre mesi il Napoli è cambiato radicalmente, causa infortuni.
Un nuovo Napoli ridisegnato in un 3-4-3 ingabbia il Milan, annullando Pulisic e Nkunku, zero tiri in porta per entrambi. Zero come i gol subiti da Milinkovic-Savic che soprattutto nella ripresa diventa uno spettatore non pagante grazie al muro difensivo eretto da Di Lorenzo–Rrahmani e Juan Jesus. Per questi ultimi due 6 contrasti su 7 vinti, oltre quattro respinte difensive a testa. Salendo verso il centrocampo ritroviamo il centro del mondo Stanislav Lobotka, che chiude la gara con il 92% di precisione passaggi, 45 passaggi su 49 e tanta, tanta qualità ed intelligenza nel gestire il pressing avversario. Ma c’è un altro Lobotka travestito da Scott McTominay, strabiliante lo scozzese che chiude con il 98% di passaggi riusciti, 39 su 40. Monumentale.
E per finire lì davanti abbiamo assistito ad un Hojlund versione Gonzalo Higuain. Movimenti da vero attaccante in area e fuori dall’area, intelligenza nella gestione della palla e scelte sempre giuste per il talento danese. Tre tiri in porta, un gol, un assist e tanti palloni toccati e gestiti nell’area avversaria, ben nove. Complessivamente i partenopei chiudono con il 41% di possesso palla, ben gestito e senza mai concedere occasioni pericolose. Solo tre tiri in porta per i rossoneri, mai capaci di raggirare l’organizzazione difensiva degli uomini di Conte.
Si è rivisto un Napoli arcigno, cattivo e capace di leggere la gara, senza mai soffrire e con la lucidità di far male al momento giusto, sfruttando anche le indecisioni degli avversari.
(Foto:sscnapoli.it)





