Hojlund, 915 minuti senza gol: il segreto che lo rende comunque indispensabile

Napoli rischia un blocco nella prossima sessione di mercato dopo le recenti decisioni della FIGC: situazione Hojlund

Rasmus Hojlund non segna da 915 minuti, ma nel Napoli di Conte resta un punto di riferimento imprescindibile per il lavoro che garantisce alla squadra. Il centravanti danese arriva alla sfida con la Juventus a secco da dieci partite tra Serie A e Champions, ma il suo contributo oltre il gol ha evitato che il digiuno diventasse un caso esplosivo.

L’ultima rete risale al 5 ottobre, al Maradona contro il Genoa, in quella che fu la terza marcatura in cinque giorni tra campionato e Champions, prima del rigore sbagliato contro il Qarabag che ha segnato l’inizio dell’astinenza. Nel frattempo, però, Hojlund ha inciso in modo diverso: l’assist perfetto per David Neres all’Olimpico contro la Roma ha fruttato un 1-0 pesantissimo in chiave classifica, certificando la sua crescita come “uomo squadra” totale.

A Roma il duello fisico con N’Dicka è stato il manifesto del suo momento: spalle alla porta, palloni difesi di piede, petto e testa, corse in profondità per aprire spazi ai compagni. Hojlund protegge, lotta, si sacrifica e accetta di fare il “lavoro sporco” che permette alla catena offensiva di accendersi, anche quando il tabellino non lo premia. È il centravanti moderno che Conte pretende: prima il collettivo, poi il resto.

Resta però il tema più sensibile per chi vive d’istinto e area di rigore: il gol. Un numero 9 può anche essere generoso, associativo, aggressivo nel pressing, ma alla lunga viene giudicato dai palloni spinti in porta. Con 915 minuti di digiuno sulle spalle, la partita contro la Juventus diventa anche una sfida anche personale: rompere il blocco realizzativo vorrebbe dire trasformare in fiducia tutto il lavoro oscuro degli ultimi due mesi e rilanciare definitivamente il rapporto “tecnico ed emotivo” tra Hojlund, il Napoli e il suo popolo.

(Foto: sscnapoli.it)