Conte sceglie il silenzio prima di Napoli – Atalanta

Antonio Conte in panchina durante una partita del Napoli

Nel calcio, a volte, il silenzio è più rumoroso delle conferenze stampa. E quello di Antonio Conte, alla vigilia di Napoli – Atalanta, pesa eccome. Nonostante non sia il primo. E probabilmente nemmeno l’ultimo. Non è una fuga, non è strategia mediatica: è una scelta precisa. Perché l’allenatore – dopo settimane di vento contrario, parole forti e scintille interne – ha preferito parlare dove conta davvero: nello spogliatoio.

Gruppo al completo

Il Napoli è tornato a ranghi completi solo ieri, e proprio ieri Conte ha deciso di andare al punto. Nessun filtro, nessuna diplomazia, niente frasi da conferenza: solo lui e i giocatori, nella sala video di Castel Volturno, per un confronto lungo, teso, necessario. Le sue parole post-Bologna – quelle sul cuore mancante, sugli egoismi, su quel “non accompagno il morto” diventato un titolo nazionale – non sono state cancellate. Sono state spiegate. Ribadite. Contestualizzate. Perché un allenatore può sbagliare i toni, ma non la direzione.

E la direzione è una sola: ricostruire squadra, identità, fame.
Il resto è rumore.

I rientri dei nazionali hanno riportato un clima diverso. Dentro anche McTominay, diventato eroe in Scozia dopo la rovesciata che ha riscritto la storia di un intero Paese. Lobotka, Lang, gli italiani, Elmas, Olivera, Rrahmani: tutti presenti, finalmente. E Conte li ha voluti guardare uno per uno. Per regolare conti interni prima di regolare quelli in campo.

Poi la seduta pomeridiana, sotto la pioggia battente che da giorni avvolge Castel Volturno. Serve una reazione, quella vera. Serve ritrovare un gol che manca dal 28 ottobre. Serve tornare a essere il Napoli, non una copia annacquata.

Svolta o dramma

La sfida con l’Atalanta – squadra ferita, squadra pericolosa – arriva al momento giusto. Non per cancellare il passato: per misurare il presente. Per capire se le parole hanno lasciato il segno o se resteranno solo parole. Perché il match di sabato sera potrebbe essere il punto di svolta, in un senso o nell’altro.

Il silenzio, oggi, è la mossa più chiara che Conte potesse fare.
Domani, però, parlerà il campo.
E lì non esistono frasi da interpretare.

(Foto: sito ufficiale Napoli)